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Editoriale Tre Giorni a...

Si potrebbe celiar di dame e cavalieri, di avventure tra mari e laghi. Di palazzi, castelli e di luculliani banchetti. 

Di pulzelle in armi che minacciarono li nostri destrieri. Di sonni disturbati a lo cavalier Moro. 

Di cavalieri disarcionati o di scaramucce d’amor di coniugi adorati.
Ma come Dante narrò di Virgilio e Beatrice (senza volermi mai paragonare al sommo poeta)

racconterò dei condottier nostri.
Li dove lo viaggio e lo ristoro scorre senza problema alcuno si cela l’oscuro operato delle guide dei nostri viandanti.
Dallo vaticinio de lo loco ove il tempo sia più clemente. 

Allo cercar strade o sentieri che portino lontano dai briganti e dalle insidie delle fiere. 

Tanti son li problemi da considerar nelle menti loro ch’io non comprendo ancor le loro muse.
E tanto come lo cammino di assai necessità è lo riposo. 

E lor s’impegnano nello reperir locande accoglienti e ricoveri per ristorar li omini e li bucefali d’acciaio. 

Mai deve mancar cibo in abbondanza al cavalier e alla di lui dama. 

Per non parlar d’amazzoni che a più d’un cavalier san tener testa nello condurre lo destriero,

nello render onor allo desco e allo bicchiere. Mai fecero neppur giusto ricovero e liquida biada 

alle di noi cavalcature che fedeli ci furono nel viaggio.
Porgiamo quindi il nostro ossequio allo messer Gianni e allo cavalier Rodolfo per aver condotto, 

quasi sempre con devota pasienza, cotanta banda nello nostro giro

del decimo mese dell’anno domini 2021.