editoriale 11-12 MARZO 2023 - ROMPIGHIACCIO (by GIANNI)
Editoriale “Rompighiaccio”
(HOG Primavera)
Ad una certa ora (troppo presto) la sveglia del cellulare inizia con quel suo suono ritmato e ficcante che seppur col minimo di volume, dopo qualche secondo, ti si infila nelle orecchie e non puoi fare altro che “disattivarla” (gergo tecnologico) e “tirarti su” (gergo vulgaris), seguono poi pochi secondi, quelli che passi seduto sul bordo del letto, pochi è vero ma sufficienti a farti realizzare che questa tua giornata sarà sicuramente una roba da raccontare.
Devi fare tutto in fretta ma allo stesso tempo bene, così la sera prima, proprio per non incorrere in perdite di tempo, ti sei mentalmente ripassato in assoluto ordine cronologico ogni singola e minima azione da compiere il mattino seguente.
Per prima cosa la barba... Errore disastroso!!! Per farti la barba devi stare davanti allo specchio ed è lì che inizi a profondere tutto il tuo essere intellettuale e pensante. Ancora per tre quarti addormentato, dai primi grugniti e con una buona dose di fantasia si può intuire un “ma chi me lo fa fare” poi inizi a parlare con enfasi sempre crescente con l’evidente intento di convincere il tuo te stesso riflesso, che sei una persona adulta, forse un pelino più che adulta, matura forse è il termine adatto e che sarebbe ora di prenderne atto e vivere di conseguenza… Uno sguardo all’entità riflessa nello specchio e no... Non si è convinta, consapevole che oggi il sentirsi adulto non la lascerebbe andare e lei invece, l’entità,vuole andare. Così conscia del pericolo passa al contrattacco e ti butta lì, lei si, il termine giusto più frizzante, più brioso più scanzonato... “Diversamente giovane”!!! Ho capito, è fatta!!!
Bardato di tutto punto, apro il garage, salgo sulla mia Harley e parto avvolto da una fresca mattina di marzo, il 12 marzo 2023 e la magia si compie una volta ancora, il cervello mette in attesa i problemi, le noie gli acciacchi anagrafici ed ogni pensiero negativo e pensa solamente a farti guidare, a farti ascoltare il suono degli scarichi e a veleggiare dentro a questa dimensione e, perché no, a rivivere in qualche minuto qualche emozione del giorno prima...
Il giorno prima del Rompighiaccio.
Si accavallano così immagini, parole, sensazioni vissute dal primo mattino di sabato che ci ha visti freneticamente allestire l’area d’accoglienza, poi i primi arrivi, seguiti da altri ed altri ancora fino a che nel pomeriggio quasi non riuscivi a muoverti... Eh si, eravamo tanti anche sabato, quasi settecento, ognuno diverso, ognuno giovane, adulto, maturo o diversamente giovane ma ognuno felice di esserci, ognuno complementare (questa parola mi piace molto perché mi dà l’idea dell’inclusione) ad ognuno.
Ed è da lì che nasce la voglia di stare insieme e di regalarci a vicenda un po’ del nostro tempo.
Poi la serata, una cena alla buona, come siamo alla buona noi che ci bastano due fette di salame, un pezzo di pane, la musica del Vida Loca, l’accompagnamento vocale del Totem e siamo capaci di tirare le due del mattino pur sapendo che il giorno dopo tutto ciò si farà sentire... Ma d’altro canto ciò che puoi vivere ora vivilo, perché uguale non tornerà più e allora, se ne vale la pena, vai fino in fondo.
Una lucina rossa mi riporta alla realtà... Devo fare il pieno.
Solito posto, solita ora 8,30 (che non è nemmeno tanto presto ma i postumi della “serata prima”si fanno sentire tutti) è lì che ci troviamo, in quel di Correggio, con l’animo e le braccia aperte capaci e vogliosi di accogliere tutti, e i tutti non tardano ad arrivare, praticamente dalle nove alle dieci e mezza da ogni dove, nord, sud, ovest, est sopra e sotto arrivano Harley e quando scendono dalle loro selle... Forse è meglio “smontano” (gergo più vulgaris)… Si, si, e quando smontano dalle loro selle e si disarmano del casco, guardando bene in viso qualcuno di loro spontaneamente mi sorge un dubbio destinato a rimanere senza soluzione:
Anche loro avranno avuto la stessa discussione che ho avuto io con lo specchio???
Sappiamo quanti ne devono arrivare, siamo pronti coi parcheggi l’accoglienza i braccialetti i buoni colazione le patch i meccanici la sicurezza stradale, siamo pronti, ma cavolo quando le vedi, 900 Harley tutte assieme allineate in strada pronte a partire, quel sano e legittimo timore che qualcosina possa andare storta ti fa crescere la sudorazione a dismisura, pensi e ripensi a quello che devi fare a quello che è il compito che ti è stato assegnato, sai benissimo che non è niente di chè, che non è nulla di nuovo, che lo hai fatto altre volte, ma non si sa mai...
Poi fortunatamente viene dato l’ok, si accendono i motori e quell’immenso organo a canne formato dalle nostre Harley dà inizio ad una sinfonia che porta con se un profondo senso di allegria e spensieratezza, in questo modo l’adrenalina sale e ti godi lo spettacolo meraviglioso di quella roboante e rutilante carovana che invade e pervade per un’ora circa la nostra meravigliosa e generosa terra Reggiana.
La festa prosegue a Ruote da Sogno che ci ospita in un abbraccio di motori ed anche lì siamo pronti, pranzo, premiazioni, riconoscimenti, ringraziamenti e ahimè saluti, nessun addio, solamente arrivederci, arrivederci a presto forse in un’altra città, ad un altro raduno, un po’ più in là col tempo a nostra disposizione ma sempre con lo spirito giusto…
E questo è quanto serve e quanto basta.
Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e coloro che avrebbero voluto partecipare ma che per una ragione o un’altra non ne hanno avuto modo e soprattutto sono grato all’Emilia Road Chapter che mi/ci dà l’opportunità di viverci.
Volevo
chiudere con alcune parole
di una canzone bellissima, parole che auguro ad ognuno di
riuscire a cucirsi
addosso e che sono un po’ il senso di… “Ci vuole talento per
invecchiare senza
diventare adulti”.
Un abbraccio
Gianni